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Diario di un Tecnico IT: La rinascita di un Laboratorio Informatico nell'Era Post-Covid

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Quando ho messo piede per la prima volta negli Istituti Comprensivi, il mio sguardo è caduto immediatamente su quegli angoli dimenticati dove computer fissi e portatili venivano accatastati come vecchi giocattoli rotti, giudicati troppo vecchiotti per il nuovo secolo. Venivo da un'era segnata dal Covid, dove l'unica certezza era la didattica a distanza, e poco tempo dopo il PNRR aveva terminato la sua prima maratona di aggiornamenti, trasformando le reti scolastiche in autostrade informatiche pronte per il 5G. Access point e switch erano stati sostituiti come calzini vecchi, in una rivoluzione che avrebbe fatto invidia ai cambiamenti di arredamento di mia nonna. La mia avventura si svolge in un istituto che, nell'era pre-Covid, vantava due laboratori informatici. Ma, come in un film in bianco e nero, il tempo aveva trasformato uno di questi in un cimitero di pezzi di ricambio. Stampanti silenziose, monitor spogliati delle loro scrivanie, tastiere e mouse diventati orfani de

Alla Scoperta del Ducato: Birre, Sogni e Avventure in Terra di Parma

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Era il 2007 quando, tra le nebbie dell'Emilia-Romagna e le dolci colline di Parma, nacque una storia destinata a scuotere il mondo della birra: il Birrificio del Ducato. Fondato da Giovanni Campari, non quello del bitter rosso che ti fa storcere il naso in aperitivo, ma un appassionato birraio con la B maiuscola, e dal suo fidato scudiero Manuel Piccoli, il birrificio si lanciò in un'avventura spumeggiante, con l'obiettivo di produrre birre artigianali che fossero un inno alla qualità, all'esplorazione e, perché no, alla sana follia. Giovanni, che di Campari analcolico non ne vuole sapere, aveva già solcato l'Europa in lungo e in largo, assaggiando, studiando e forse anche un po' sognando tra i luppoli e i malti delle terre più sacre alla birra, con un debole per il Belgio, dove la birra è quasi religione. Tornato in Italia, con la testa piena di idee e il cuore gonfio di passione, decise che era ora di dare al suo paese una svolta birraria. Con l'entusiasmo

Tour Lugano: Quella gemma a un soffio dal confine italiano

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Lugano, quella gemma a un soffio dal confine italiano, gioca a nascondino con il portafoglio dei visitatori: pensate che un chilo di zucchine lì ha un prezzo da capogiro, 14 euro! Ma non temete, un blitz di una giornata è la strategia perfetta per assaporarla senza svuotare il conto in banca. Il tour de force che vi suggeriamo snobba musei e attrazioni troppo ingorde di tempo, perché, diciamocelo, il tempo è denaro, specialmente in una città dove le zucchine costano quanto un piccolo tesoro. L'avventura inizia alla Cattedrale di San Lorenzo, perché un po' di cultura non guasta mai, soprattutto se è gratis. Poi con un tuffo nel passato nel centro storico, dove la Piazza della Riforma fa la diva con tutto il suo splendore.  Dopo averle fatto l'occhiolino, si è andati dritto al cuore pulsante della spiritualità e dell'arte di Lugano: la Chiesa di Santa Maria degli Angioli. Questo angolo di paradiso, che potrebbe sembrare a prima vista una semplice chiesetta, nasconde al su

Diario di un Tecnico IT: Un laptop per un laptop

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Nel mondo bizzarro dei tecnici, arriva sempre il fatidico momento in cui bisogna prendere una decisione degna di un eroe di un film d'azione. Ebbene, quel giorno ha bussato alla mia porta con la delicatezza di un elefante in una cristalleria. Era una giornata che prometteva banalità, finché non squilla il telefono con l'urgenza di un allarme antincendio. È il professore, disperato: "Il mio laptop ha deciso di andare in pensione anticipata e non ne vuole sapere di tornare al lavoro. Puoi dargli una scossa di vita?". Appuntamento preso, il paziente arriva nel mio laboratorio, un luogo dove i laptop vanno per rinascere o per concedersi un eterno riposo. Questo laptop era un modello da passerella, sottile come una supermodella, un trofeo dell'era Covid destinato ai gladiatori della didattica a distanza. Ne avevo uno simile, già caduto in battaglia, custodito nel mio mausoleo dei "caduti in missione". Entrambi soffrivano dello stesso malanno: si illuminavano

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