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Sagra della Castagna e della Nocciola Avellana

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Appuntamento con la settima edizione della “Sagra della Castagna e della Nocciola Avellana”, andato in programma da venerdì 12 a domenica 14 ottobre 2018 ad Avella, in provincia di Avellino. Ai tempi dei Romani, la cittadina si chiamava Abella ed era un centro di media importanza per i Sanniti e quindi per i Romani. Aveva un anfiteatro grande come quello di Pompei. Già ai tempi di Traiano, la zona era nota come ricca di alberi da frutto ed era pieno di alberi di Nocciole note come nuci avellane. E da questo che, forse, ne deriva il nome di Avella. Ancora oggi, in spagnolo, in portoghese la nocciola viene chiamata rispettivamente avellana, avelã. Protagoniste dell'evento sono state le succulenti pietanze tutte a base di prodotti tipici locali, quali nocciole, noci, castagne, porcini, cinghiale, cotechini locali, salsicce, broccoli, caldarroste, la cassata avellana e tanti dolci a base di nocciole, noci e castagne, il tutto annaffiato dal Vino Aglianico Irpino e birra artig

Cina e Tibet (eps. 10) Pingyao-Xi'an-Zhangjiajie

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Cina e Tibet  (eps. 10) Pingyao-Xi'an-Zhangjiajie Giorno 11 1) l'albergo in Pingyao è carinissimo. Abbiamo un letto tradizionale in stile kang. Inoltre, ci sono venuti a prendere gratis alla stazione di notte. Il bagno ha una lampada abbronzante al posto della luce. La doccia, come sempre, è un buco e una fontana nel bel mezzo del bagno senza separazioni dal resto del mobilio. Ci verranno a prendere alle 12:30 perché partiamo da Pingyao gucheng alle 13:50. Viene un taxi (30 yuan). Provo a convincere la proprietaria che la camera includeva il trasporto gratis per le stazioni. Non ci riesco. Visitiamo Pingyao. Ossia la Cina che tutti abbiamo in mente. Mi ricorda Santorini. Per lo stereotipo. Tetti spioventi, vicoli stretti, biciclette, botteghe artigiane. Tante Lanterne rosse. Come nel celebre film. Che infatti è ambientato qui. Anche l'atmosfera della nostra casa a corte, lo ricorda da vicino. Compriamo I biglietti cumulativi e partiamo per la visita

Cina e Tibet (eps. 9) Datong

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Cina e Tibet  (eps. 9) Datong Giorno 10: 1) il soft sleeper é effettivamente più comodo. Così in questo viaggio verso Datong, finalmente, dormo. La mattina, la luce si accende alle 5:20. Tutti e 4 ci guardiamo in cagnesco per capire chi è che ha svegliato tutti gli altri 45 minuti prima dell'arrivo. Ma la colpa è del capotreno. Che passa e apre pure la porta (già, le soft sleeper hanno pure la porta). Infame. Come promesso da Mr. Gao, un tassista ci aspetta fuori dalla stazione di Datong. Ci sono 15 gradi e ho ancora sonno. Il tassista ci porta prima in un albergo. Vuoi vedere che per 300 yuan, Mr. Gao mi fa fare una doccia? E invece no. Restiamo nella hall, senza WiFi, né caricabatterie fino alle 8, quando ci rivediamo con l'autista. Ci aspettano le grotte di Yungang. Ci rivediamo alle 11, dice il tassista. Facciamo 10:30. Nel frattempo, Margherita va a buttare la spazzatura nel cestino più lontano. Il tassista mi chiede perché. Gli rispondo Tang (donne). Ride di

St. Benoit Ambree è l'importanza dell'acqua

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St. Benoit ci fa ricordare l'importanza dell'acqua nella birra. Sì, avete letto bene, l'acqua è l'eroe insospettabile dietro ogni grande birra! In questo articolo, vi sveleremo il segreto di una birra che, grazie all'acqua di qualità super, ha conquistato il mondo birrario producendo ogni tipo di birra possibile. Un'acqua così speciale che neanche le nuvole vogliono competere con lei! Preparatevi a una lettura rinfrescante e frizzante. Cheers!  Ci troviamo nel cuore birrario del Belgio, precisamente a Purnode nella provincia di Namur. A pochi chilometri da Danant, la Brasserie du Bocq è più di un semplice birrificio, è come la casa della birra che mamma birra costruì. Tutto ha avuto inizio nel 1858, quando Martin Belot, con un campo così grande da far sembrare il prato del vicino un bonsai, decise di alzare le maniche e costruire il suo santuario birrario. Inizialmente, la produzione avveniva solo d'inverno, perché, diciamocelo, i lavoratori non avevano

Cina e Tibet (eps. 8) Pechino

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Cina e Tibet  (eps. 8) Pechino Giorno 9: 1) Oggi ce la prendiamo comoda. Per fortuna I biglietti della cittá proibita giá li ho comprati prima di partire. Scendiamo e ci avviciniamo a Qianmen. È una giornata calda. Si forma una coda per il  sottopassaggio, poi s'ingrandisce per I controlli di sicurezza, ci deviano sul marciapiede di fronte, altro sottopassaggio, saliamo. Quasi non riusciamo a uscire. Altro controllo. La fila diventa enorme. Si forma una calca di persone. Siamo dall'altra parte di piazza Tiananmen. Scorgo la fila per il mausoleo di Mao. Non si vede la fine. La piazza piú grande del mondo è un tappeto umano, fatto di persone di ogni razza ma I cinesi la fanno da padrone. I loro gruppi turistici sono ovunque. Non possiamo entrare nel mausoleo di Mao. Si rischia mezza giornata. Attraversiamo. Con Margherita, proviamo a tenerci per mano ma è impossibile. Il contatto tra noi sono delle dita su uno zaino. A volte, tocco la bottiglia che ha sul lato del suo z

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