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Viaggiare con stile in ritardo : Cronache di un Viaggio Fuori dal Comune

In una domenica di febbraio, tipica per i suoi piani che vanno a rotoli come foglie al vento, la nostra amata compagnia ferroviaria ha avuto un'illuminazione degna di un premio Nobel: per affrontare i lavori sulla tratta Firenze-Roma, hanno pensato bene di cancellare due treni, sostituendoli con un unico convoglio "speciale" che includeva già nel prezzo il ritardo garantito per il percorso alternativo. Un colpo di genio! Chi avrebbe mai potuto lamentarsi di un ritardo già preventivato? E, ciliegina sulla torta, i biglietti sono rimasti al prezzo dell'alta velocità. Un affare, no?

Bari - Caserta

La nostra avventura inizia da Bari, alle 6:40. Doveva essere un viaggio come tanti, ma chi avrebbe mai immaginato quella sottile e quasi impercettibile differenza di orario? Tra uno sbadiglio e l'altro, ci siamo concessi quel lusso raro che è un pisolino mattutino, cullati dal dolce dondolio del treno, ignari del destino che ci attendeva. Ah, l'arte di viaggiare con stile, nonostante tutto!


Caserta - Roma Termini/Tiburtina

Ecco a voi il treno multitasking, capace non solo di sostituire due corse ma anche di trasformarsi in un bus di quartiere, fermandosi su richiesta praticamente ovunque. Immaginate solo di poter prenotare una fermata proprio sotto casa: "Certo, signore, vuole anche il caffè a letto?"

La voce automatica, forse un po' troppo entusiasta, inizia l'elenco delle fermate con un tono che ti fa subito capire di armarti di pazienza: "Mettetevi comodi e prendete appunti", come se stesse per iniziare un corso intensivo su come diventare esperti conoscitori delle stazioni di campagna italiane. "Benvenuti sul treno 6677, dove il viaggio diventa un tour gastronomico a cielo aperto".

Sorprendentemente, la nostra carrozza è dotata di un lussuoso pulsante per la "fermata prenotata", cosa che ci ha permesso di effettuare una sosta strategica in mezzo al nulla. Ci siamo fermati alla famigerata fattoria Capasso solo perché il capotreno ha generosamente offerto 15 minuti per un rapido acquisto di mozzarelle di bufala, come se fosse il Black Friday della casearia.

Giunti a Roma Termini, per alleviare l'attesa, un pullman per un improvvisato pellegrinaggio a San Pietro è messo a disposizione di chi è salito a Bari, gratis, ovviamente. Il ritardo è un'opzione turistica aggiuntiva, a quanto pare.

E non finisce qui: a sorpresa, sale a bordo un maitre pronto a prendere le ordinazioni per il pranzo. "Desidera la vista sul Colosseo con il suo antipasto, signore?"

Proseguendo verso Roma Tiburtina a una velocità che farebbe invidia a un ciclista dilettante, il capotreno si improvvisa cicerone, annunciando le meraviglie di Roma con un entusiasmo tale che quasi ti aspetti di dover pagare il biglietto extra per la guida turistica. "A destra, signori, ammirate il Colosseo... Ops, no, era solo un edificio qualunque."

Eccoci con un pittoresco ritardo di 15 minuti, che diventano 20, giusto per non farci mancare nulla. 

Arrivati a Roma Tiburtina giusto in tempo per un aperitivo velocissimo, ecco l'ultima chicca: la carrozza 8 entra in regime di autogestione. "Buona fortuna, passeggeri, e grazie per aver scelto il caos ferroviario italiano come vostra destinazione turistica preferita."

Roma Termini/Tiburtina - Firenze SMN

Il nostro treno decide di concederci una pausa bucolica nelle campagne intorno ad Orte, trasformandosi in un improvvisato wine bar sotto il sole. Il ritardo sale a 25 minuti, ma non temete, il capotreno ci assicura che arriveremo a destinazione entro l'anno solare, quindi niente panico.

Nel bel mezzo delle colline toscane, dove anche il segnale internet decide di prendersi una pausa, un gruppo di intraprendenti passeggeri ha eretto una stazione radio di fortuna, giusto per non perdere i contatti con il mondo civile. E a proposito di civiltà, nella carrozza 8 è in corso una piccola rivoluzione: hanno eletto un rappresentante dell'autogestione.

Per chi pensava che il viaggio fosse stressante, ecco che si forma un gruppo di supporto psicologico spontaneo. Forse l'obiettivo è raggiungere Firenze mentalmente equilibrati, o almeno tentarci.

Dopo le elezioni, il nuovo eletto decide di distribuire il caffè gratuitamente dal distributore e la carrozza 8 diventa la mecca del caffè gratuito, scatenando un'ondata di pellegrinaggi interni al treno. Immaginate scene di gioia pura e corse sfrenate verso il Santo Graal della caffeina.

Arrivati a Firenze, ci accoglie una banda musicale che onora gli "eroi" partiti da Bari, con un tributo fatto di canti popolari pugliesi e un banchetto di prodotti tipici, trasformando la stazione in una festa di paese.

Nel frattempo, nella carrozza 5, si improvvisano corsi di stretching, perché dopo un viaggio così, l'unica certezza è che avremo tutti bisogno di distenderci.

Il capotreno, nel tentativo di mimetizzarsi tra i passeggeri per evitare domande scomode, adotta un look "in incognito" con tanto di trolley e giubbotto. Peccato che le sue scarpe lo tradiscano, rivelando la sua vera identità a chiunque abbia occhio. La fuga perfetta, se non fosse per quel dettaglio.


Firenze SMN - Bologna AV

Ecco un miracolo moderno: il display, che fino a un momento fa segnalava un ritardo di 35 minuti, ora ci informa che siamo magicamente in orario. Sembra quasi che il treno sia scivolato dentro a un buco nero spaziotemporale, tutto per evitare le penali. Ah, la magia dell'alta velocità: dove i ritardi non esistono, ma solo viaggi interdimensionali.

E per aggiungere un tocco di realismo a questa avventura spazio-temporale, c'è un unico bagno funzionante per due carrozze, davanti al quale si estende una fila di anime in pena, in attesa del loro turno. E non manca l'ormai celebre uomo dei numeretti, che, imperterrito, continua a chiedere 50 centesimi per accedere al sacro Graal della toilette.

Nel frattempo, si diffondono voci di caos: pare che nella carrozza 8 il caffè sia terminato, segnando così il crepuscolo dell'era dell'autogestione. Un momento storico, senza dubbio.

Finalmente, l'arrivo a Bologna AV si trasforma in una scena degna di un ritorno dall'oltretomba: persone che, una volta scese, baciono il suolo come se avessero attraversato deserti e montagne, anziché aver viaggiato su un treno. Una marea umana si riversa dalle uscite, dividendo chi ha concluso la propria odissea da chi, invece, deve ancora proseguire.

La carrozza inizia a svuotarsi, mentre il treno riprende il suo cammino verso Reggio Emilia, pronto a raccogliere nuove storie e nuovi viaggiatori in cerca di avventure. O forse solo di un caffè e di un bagno funzionante.


Bologna AV - Reggio Emilia

Con l'ultima goccia di caffè evaporata dalla macchinetta, si chiude ufficialmente l'epoca dell'autogestione. La maggior parte dei passeggeri è scesa, lasciando dietro di sé solo un ristretto gruppo di sopravvissuti che, in un estremo gesto di formalità, decidono di commemorare l'evento con un comunicato stampa tanto breve quanto laconico. La carrozza 8, testimone silenziosa di queste piccole grandi rivoluzioni, ritorna alla sua tranquilla quotidianità.

In questo viaggio che rasenta l'assurdo, un gruppo di audaci passeggeri si è autoproclamato commissione di scienziati, con l'arduo compito di studiare il fenomeno temporale che ha trasformato un ritardo di 35 minuti in un puntuale arrivo sul display. Sembra che la velocità del treno abbia generato un'anomalia spaziotemporale, sincronizzando gli orologi interni al ritardo originale e, per un colpo di scena degno di un romanzo di fantascienza, rendendo il treno "in orario".

Giunti a Reggio Emilia, il misterioso ritardo di 35 minuti si dissolve come neve al sole. I passeggeri, ormai veterani di questa avventura ferroviaria, intravedono la luce in fondo al tunnel, finalmente scendendo a destinazione. Durante il viaggio, tra un'analisi temporale e l'altra, si sono formati legami indissolubili: amicizie nate dalle avversità e amori improvvisi, sigillati da abbracci e baci che sfidano il conteggio.

Con la partenza annunciata, il treno si prepara a proseguire verso Milano Centrale, lasciando dietro di sé storie di ordinaria follia ferroviaria, testimonianze di come, anche nel caos più totale, possano nascere momenti di inaspettata umanità.


Reggio Emilia - Milano Centrale

Come un fulmine attraverso la pianura padana, il nostro treno ad alta velocità taglia i campi con un'audacia che sfida la stessa brezza. All'avvicinarsi della stazione di Milano Centrale, ecco sorgere un comitato di benvenuto degno di un eroe dell'antichità. Non appena il treno si arresta, una banda musicale dà il via alle celebrazioni mentre un entusiasta rappresentante dei viaggiatori si fa portavoce dell'ospitalità nordica, distribuendo fiori a chiunque abbia la fortuna di trovarsi lì. Scene di esultanza si susseguono, con gente che rende omaggio alla terra promessa con baci appassionati.

Per gli intrepidi viaggiatori partiti da Bari, la saga si è estesa per molte ore, un'epopea che, in altre circostanze, avrebbe potuto godere della quiete notturna e di un esborso più contenuto. Ma no, qualcuno ha avuto la brillante idea di cancellare i treni notturni in favore di questa corsa ad alta velocità, che di "alta velocità" per chi viene dal profondo sud sembra avere ben poco.

Il cambio dei passeggeri segna il passaggio di testimone: il treno ora punta verso Torino, ma per noi, giunti a Milano Centrale, l'avventura con questo treno si conclude qui. Un viaggio indimenticabile, non tanto per la velocità, quanto per le vicende e le persone incontrate, che hanno trasformato il percorso in un racconto epico di amicizie e amori nati tra un ritardo e l'altro.

Disclaimer

Il racconto potrebbe sembrare frutto di una fervida immaginazione, una di quelle storie che si raccontano al calar della sera, tra il serio e il faceto. Tuttavia, l'episodio del treno "speciale" - che, con un'audacia degna di miglior causa, si è proposto di sostituire due corse cancellate a causa di un guasto sulla tratta Roma-Firenze - nasconde un fondo di verità. E quale verità! Un viaggio che, di "alta velocità", aveva soltanto l'ambizione e, ahimè, il costo del biglietto. Sì, perché, a dispetto delle promesse e delle aspettative, l'unico sprint degno di nota è stato quello del prezzo, che ha sfrecciato verso l'alto con la stessa velocità con cui si sperava si muovesse il treno. Un paradox ferroviario che, come una moderna favola morale, ci insegna che non tutto ciò che luccica è oro, e non tutto ciò che è etichettato "alta velocità" ti porta a destinazione in fretta... a meno che non si intenda il rapido svuotamento del proprio portafoglio.





ultimo aggiornamento  il 15/02/2024
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