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Pinsa Romana


Ecco a voi una ricetta che si fa risalire all'antica Roma, tanto antica che Cicerone potrebbe averne assaporato una mentre declamava i suoi discorsi. E sì, ancora oggi potete deliziarvi con questa prelibatezza nelle trattorie romane, magari facendovi accompagnare dai fantasmi di gladiatori che annuiscono approvando.


Il termine "Pinsa" ha origini latine e significa praticamente "allungare", proprio come si allunga il collo quando si scorge questa delizia avvicinarsi. La Pinsa Romana, o meglio, la Pinsa Romana Bianca, è l'antieroe della pizza ordinaria. Niente cerchio monotono, qui abbiamo una forma ovale e allungata, un po' come un Picasso in versione gastronomica.

L'impasto è una sorta di tris di farine: frumento, soia e riso, una combinazione che rende questa pinsa leggera e digeribile come un complimento ben confezionato. Immaginatevi la vostra pizza normale che fa la dieta e vi rendete conto di cosa intendiamo.

La Pinsa Romana è come un poeta: ha tempi lunghi, ama maturare e lievitare con calma nel suo rifugio frigorifero. Con pochissimo lievito, si sviluppa una fragranza che fa invidia a qualsiasi profumo di alta moda. All'esterno croccante, all'interno morbida, è come una diva dell'antica Roma che sa come far girare la testa a chiunque la incontri. Quindi, se cercate un viaggio nel tempo attraverso il gusto, provate la Pinsa Romana. Magari con un tocco di humor romano, che fa sempre bene alla salute!


Questa ricetta la si può fare sia con il lievito madre che con quello a secco.

Ingredienti per 4 pinse

650 g di farina di tipo "0"
30 g di farina di riso
20 g di farina di soia
500 ml di acqua
100 gr di lievito madre rinfrescato
10 g di sale
10 g di olio extravergine di oliva.




Preparazione:

Mescoliamo il lievito madre con l'acqua fino a completo scioglimento. Aggiungiamo poi olio e sale, mescolando bene. Successivamente, incorporiamo le farine gradualmente, una piccola quantità alla volta. Una volta utilizzate tutte le farine, otterremo un impasto leggermente appiccicoso. Ora, possiamo imboccare due direzioni diverse:

Lievitazione lunga


A questo punto, mettiamo l'impasto in frigo per circa 24 ore. Successivamente, possiamo decidere se riprendere l'impasto e farlo riposare per altre 24 ore in frigo, oppure formare i panetti, stendere l'impasto come mostrato nel video e farlo lievitare per circa 4 ore.

Il consiglio è preriscaldare il forno a 250 gradi per i primi 5 minuti, quindi abbassare la temperatura a 200 gradi per i successivi 6/7 minuti.

Le Pinsa possono essere condite con ingredienti freschi, seguendo la tradizione, oppure è possibile aggiungere gli ingredienti per una cottura al forno, simile a una focaccia.


Lievitazione breve
In questa panificazione, abbiamo lasciato lievitare normalmente l'impasto per 6 ore, poi lo abbiamo ripreso, impastato nuovamente, formato le pinse e lasciato lievitare per ulteriori 4 ore. Il consiglio è preriscaldare il forno a 250 gradi per i primi 5 minuti, poi abbassare la temperatura a 200 gradi per i successivi 6/7 minuti. Di seguito, le foto del risultato:



Personalmente, con la procedura chiamata "lievitazione lenta", la pinsa è risultata più schiacciata, mentre con la procedura chiamata "lievitazione breve", la pinsa è venuta più alta. Tuttavia, il gusto è lo stesso per entrambe le lavorazioni.






Pagina Aggiornata al 07/12//2022






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